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Verso le elezioni 4: il Centrodestra

Sergio Lugaresi

 

Il programma del centrodestra (http://www.forza-italia.it/speciali/Programma_centrodestra_condiviso_10_PUNTI.pdf), cui aderiscono Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia, è un programma assai generico, spesso distruttivo (pieno di “No”, di Azzeramenti e di Abolizioni) e pieno di promesse da marinaio, ma con qualche spunto interessante.

La proposta economica centrale è quella della flat tax. Un proposta interessante, prima di tutto una utile provocazione intellettuale. Ubriacati dalla retorica della “redistribuzione del reddito” (perché? a favore di chi?, gestita da chi?), ci siamo dimenticati che già l’aliquota proporzionale è redistributiva (i ricchi pagano di più). Inoltre, in un paese dove ampia è l’evasione fiscale e dove le imposte le pagano quasi solo i lavoratori dipendenti, che senso ha che un impiegato di livello superiore paghi proporzionalmente di più di un impiegato di livello inferiore? Anche una unica aliquota, comunque, attraverso il meccanismo delle detrazioni e del minimo esente, risulterebbe progressiva. Infine è soprattutto dal lato della spesa che l’obiettivo della redistribuzione del reddito può essere ottenuto più efficacemente.

Un proposta di flat tax è stata formulata  in maniera molto più precisa, anche da Nicola Rossi (Flat Tax. Aliquota unica e minimo vitale per un fisco semplice ed equo) e dall’Istituto Bruno Leoni (http://www.25xtutti.it/). La proposta di Rossi è quella di una sola aliquota – pari al 25% – per tutte le principali imposte (inclusa quindi l’IVA); la definitiva abolizione di Irap, Imu e Tasi; l’introduzione del «minimo vitale» come sostituto delle innumerevoli attuali prestazioni assistenziali. Ma la proposta di Rossi include anche la revisione delle modalità di finanziamento di alcuni servizi pubblici, in particolare sanità e università. Questo è un presupposto irrinunciabile che manca nel programma del centrodestra: non ci si può permettere una significativa riduzione delle imposte se non attraverso un rinnovato impegno a contenere la spesa pubblica. Un impegno largamente disatteso dal programma del centrodestra.  Inoltre, nel nostro Paese, dove patrimoni importanti sono stati accumulati tramite l’evasione fiscale e lo sfruttamento di posizioni dominanti e di privilegi, l’introduzione della flat tax dovrebbe essere accompagnata dall’aumento dell’aliquota patrimoniale e da un’imposta di solidarietà sui redditi molto elevati (diciamo sopra i 100 mila euro annui).

Da notare che il programma del centrodestra include anche delle proposte di riforma istituzionale, come la riduzione del numero di parlamentari, già bocciata nel referendum costituzionale dello scorso anno con l’indicazione di voto decisivo del centrodestra. Include anche la proposta dell’Introduzione del vincolo di mandato, un proposta in comune con il Movimento 5 Stelle, che cerca addirittura di applicarla da subito in sfregio alla Costituzione. L’assenza di vincolo di mandato, introdotta nella Costituzione francese post-rivoluzionaria del 1791, caratterizza tutte le costituzioni europee, ad eccezione di quella portoghese (https://blog.openpolis.it/2017/07/11/che-cose-il-vincolo-di-mandato/15816). L’introduzione del vincolo di mandato sarebbe intesa a limitare il fenomeno del cosiddetto “trasformismo”, ossia il cambio di gruppo parlamentare, un fenomeno che ha raggiunto il culmine nell’ultima legislatura (oltre 500 cambi di gruppo parlamentare) e che trova la sua radice nell’elevato numero di parlamentari, nella frammentazione della rappresentanza partitica e nella conseguente deresponsabilizzazione degli eletti. L’introduzione del vincolo di mandato in presenza di sistemi elettorali come quello vigente, che limitano la possibilità di scegliere le persone anziché i partiti, darebbe un potere enorme ai vertici monocratici dei partiti esistenti (Berlusconi, Renzi, Grillo-Casaleggio).

Infine, spicca un tema di assoluta rilevanza, completamente trascurato dagli altri programmi: la proposta di un codice delle norme a tutela dei diritti degli animali domestici e di affezione! Peccato, il mio gatto è morto alcuni anni fa…

Crescita economica

  • Pagamento immediato di tutti i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti di cittadini e imprese anche con lo strumento innovativo dei Titoli di Stato di piccolo taglio.
  • Riorganizzazione della macchina dello Stato secondo il principio della pari dignità fra la Pubblica amministrazione e il cittadino.Taglio visibile agli sprechi mediante l’effettiva introduzione del principio dei fabbisogni e dei costi standard.

Condivisibile

Unione Europea

  • No alle politiche di austerità.
  • No alle regolamentazioni eccessive che ostacolano lo sviluppo.
  • Revisione dei trattati europei.
  • Più politica, meno burocrazia in Europa.
  • Riduzione del surplus dei versamenti annuali italiani al bilancio UE.

E’ un programma in completa distonia con il dibattito franco-tedesco. Equivale ad allontanarci progressivamente dal nocciolo duro dell’Europa e ad affiancarci ai paesi dell’Est Europa.

Istruzione

  • Più libertà di scelta per le famiglie nell’offerta educativa.
  • Incentivazione della competizione pubblico-privato a parità di standard

Tutto qui.

Sostenibilità

  • Più efficienza della produzione energetica e dei consumi nell’edilizia, nell’industria e nei trasporti.
  • Sostegno alle energie rinnovabili.

Meglio che niente.

Inclusione sociale

  • Azzeramento della povertà assoluta.

Secondo l’ISTAT, nel 2016 c’erano 1 milione e 619mila famiglie residenti in condizione di povertà assoluta, nelle quali vivono 4 milioni e 742mila individui. Un impegno encomiabile e costoso. Da dove provengono le risorse?

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